Come creare presentazioni efficaci
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Autore: Federico Attore
- Pubblicato il: 22/06/2019
- Categoria: Presentazioni Efficaci, Storytelling,

Saper fare presentazioni efficaci, è un asset fondamentale: sei a corto di idee? Coinvolgere clienti, partner, finanziatori e colleghi con un pitch efficace e magari con uno speech fatto bene, sono 2 elementi di successo di ogni professionista.
Ora, quante sono le presentazioni aziendali memorabili alle quali hai assistito?
Con un pizzico di lealtà, puoi ammettere che sono molte meno di quelle cui hai partecipato.
Sai perché? Non perché eri disattento o “avevi-altro-a-cui-pensare”.
No. Non te le ricordi, perché non erano abbastanza interessanti. Molte persone, infatti, non le sfruttano in modo appropriato. Non sanno fare presentazioni efficaci.
Ci sono tanti motivi per cui una presentazione può non funzionare:
- la paura di parlare in pubblico / public speaking ad esempio
- non sapere come si struttura una presentazione di successo
- non essere coinvolgenti
Adesso, pensa a tutte le volte in cui sei stato tu a realizzare una presentazione. Sei sicuro che sia piaciuta e che abbia coinvolto il pubblico?
Tutti sappiamo che la mancanza di creatività e le tempistiche strette sono la ricetta migliore per ottenere presentazioni poco coinvolgenti e inefficaci.
Potremmo proseguire questo articolo elencando suggerimenti e semplici regole che dovresti sempre seguire durante una discussione: dagli aspetti grafici -come l’uso di font ed icone oppure il layout e la scelta delle immagini giuste- a quelli contenutistici -quanto e cosa scrivere, il giusto equilibrio da ricercare tra immagini e testo, come suddividere il flusso di informazioni in capitoli.
Oppure potremmo chiederci se tutto questo basti a catturare l’attenzione della audience dal principio alla fine del tuo speech.
Qual è, infatti, il plus che distingue una buona presentazione da una davvero efficace?
Probabilmente esistono degli elementi della discussione che la rendono più partecipativa e che precedono l’adozione delle tante regole pratiche, che se hai partecipato a un corso di presentazioni già conosci… e che hai intuito essere necessarie ma non sufficienti.
Allora, sei sicuro di sapere come e perché sfruttare al meglio il mezzo di comunicazione più persuasivo che esista?
Secondo me, una presentazione è innanzitutto un progetto di storytelling da sviluppare attraverso fasi sequenziali, che rendano la tua discussione logica e strategica:
Una presentazione, per essere efficace, deve muovere la audience verso la tua idea, verso le tue argomentazioni.
La mia “ricetta” si basa su due ingredienti fondamentali.
1) Un’attenta analisi dell’audience a cui rivolgersi permette di capire valori in comune, resistenze e l’esatto spostamento da procurare.
Conoscere chi ti ascolta è imprescindibile se vuoi che la tua presentazione non sia soltanto buona ma emozionante, efficace e risolutiva.
2) Lo storytelling
Non limitarti ad elencare fatti e numeri ma racconta una storia, delinea un ritratto e trasmetti delle sensazioni. Non descrivere troppo, anzi, cerca di evocare un’immagine che coinvolga la audience e renda questa esperienza memorabile.
Suddivido questo secondo ingrediente in tre atti:
1. crea un conflitto interiore nella tua audience rispetto alle proprie credenze
2. individua un antagonista da superare
3. svela “l’eroe vittorioso”, che è la soluzione che la presentazione propone
Come creare uno storytelling di successo? Da dove cominciare?
Parti da te! Non è scontato che la tua audience ti conosca, quindi presentati.
Perché una storia funzioni, è necessario che l’ascoltatore si fidi del narratore, quindi spiega chi sei (senza limitarti all’ambito lavorativo), la storia e la mission del tuo brand, il tuo team. Questi aspetti sono fondamentali per instaurare una prima relazione con il pubblico, creare empatia tra la audience ed il tuo personaggio.
A questo punto puoi incominciare a focalizzarti sulla storia: occorre innanzitutto un protagonista, ovvero l’ascoltatore, che in questa fase della presentazione, ancora non sa di ricoprire quel ruolo.
Devi essere abile a svelarglielo, creando una storia emozionante, personale e a lui familiare (in modo tale che si senta compreso nelle sue aspirazioni e nei suoi bisogni).
Dando un significato personale alla storia, l’ascoltatore sarà capace di immedesimarsi in essa e di lasciarsi coinvolgere dalla tua narrazione.
Ora ti occorre un antagonista: un problema da risolvere, una paura da superare, uno “squalo” da sconfiggere.
In questa, fase il tuo compito consiste nel cercare di spingere la tua audience ad abbandonare la propria “zona di comfort”. A quale scopo? Perché il tuo pubblico sta cercando di raggiungere nuovi obiettivi e di assumere un diverso punto di vista sulla propria situazione.
Tu puoi illuminare una strada che non ha mai percorso finora.
Inizialmente troverai un po’ di imbarazzo e qualche resistenza ma tutti (proprio tutti!) avranno gli occhi puntati su di te.
Non esitare a proporre conflitti, tensioni e rivelazioni. Queste ultime non saranno altro che la tua strategia di lavoro, quotidianamente sperimentata.
Far uscire l’audience dalla propria zona di comfort, si rivelerà un trucco vincente per catturare la sua attenzione fino alla fine.
Però non è sufficiente. Per completare la storia ti occorre un eroe. Ora è il tuo turno!
Puoi finalmente esporre la soluzione e conquistare definitivamente il pubblico, muovendolo ad abbracciare la tua argomentazione.
In questo modo la vostra presentazione vi garantirà massima attenzione e coinvolgimento.
Ecco, forse ora hai capito perché, nonostante l’impegno profuso, le tue presentazioni (o quelle a cui hai assistito in religioso silenzio) non erano così tanto interessanti da rimanere memorabili.